Serve avere un sito web per la propria attività?

Per quanto possa sembrare scontato non tutte le attività hanno bisogno di un sito internet dedicato: alcune semplicemente non ne hanno (ancora) bisogno, altre pur lavorando online si affidano ad altri strumenti digitali (le pagine aziendali sui social, la scheda di Google Business, le web app oppure le app su smartphone vere e proprie). Da questo capiamo che no, il sito web non è l’unico strumento per poter lavorare sul web e per alcune attività possiamo tranquillamente farne a meno.

Quando è invece necessario avere un sito in internet? È buona cosa avere un sito internet quando abbiamo la necessità di illustrare nel dettaglio un’attività complessa, quando l’azienda che rappresentiamo è strutturata per diversi prodotti e servizi e soprattutto quando abbiamo “contenuti” piuttosto articolati da veicolare. Questo vuol dire che, anche una singola persona, un consulente freelance ad esempio, può aver bisogno di un sito se pubblica costantemente informazioni che sono riconducibili ad articoli di blog.

Cosa intendiamo davvero per “sito web”?

Sito internet” è una definizione molto ampia che racchiude appunto il blog personale ed arriva al sito della multinazionale presente con le proprie filiali in ogni continente. Questo significa che la struttura di un sito internet può essere molto diversa ed articolata in base ai contenuti che questo contiene.

È passato parecchio tempo dal 1991, quando Tim Berners-Lee insieme al collega Robert Cailliau crearono il primo sito web ovvero http://info.cern.ch/ (tutt’ora attivo) dove spiegarono come creare i primi contenuti sulla piattaforma e dando di fatto vita ad internet per come la conosciamo ora. In questi trent’anni l’evoluzione tecnologica si è avvalsa del web per veicolare la maggior parte della conoscenza.

Dal 1994 il web è stato contenitore di materiale visuale di ogni tipo: fotografie, testi, audio e video sono i mattoni con i quali si è costruita l’informazione in internet. Dalle GIF animate fino all’utilizzo di software grafici evoluti come Flash negli anni 90 e 2000 il web è cresciuto in maniera esponenziale fino a diventare un vero e proprio universo alternativo alla realtà “verticale”.

Spazi reali e spazi virtuali si sono alternati portando nel web diverse tipologie di siti internet: l’avvento dei portali generalisti pieni di notizie e “gadget”, i “vortals” ovvero i portali di settore, i siti web aziendali, i blog e gli e-commerce. Proprio questi ultime due tipologie sono divenute possibili grazie all’introduzione dei cms, piattaforme di facile utilizzo che hanno avvicinato la maggior parte dei produttori di contenuti al web. Joomla e WordPress sono stati i motori di una vera e propria rivoluzione culturale che ha consentito a chiunque di aprire un sito web e portare la propria voce online, molto prima dell’avvento di Facebook e dei suoi fratelli.

A cosa serve un sito web oggi?

Per aprire un sito web, prima di ogni cosa, bisogna essere consapevoli delle risorse che potremo investire in questa attività. Tempo disponibile, budget, persone coinvolte e obiettivi saranno i fattori determinanti per capire non solo la piattaforma, ovvero il “sistema” da utilizzare, ma soprattutto l’opportunità o meno di procedere con la sua creazione.

Come detto ci sono anche altre strade per fare business online. Ma è anche vero che le altre risorse online, rispetto al sito web, non sono di tua proprietà. Per quanto possa sembrare assurdo, ma è già successo, le diverse piattaforme social un domani potrebbero “chiudere” lasciando milioni di utenti senza quello spazio digitale. È accaduto ad esempio a Myspace, a Friendfeed e persino ad un gigante come Google con Google Plus. Un sito web invece è legato ad un indirizzo unico, solitamente di proprietà di chi ha registrato il dominio. Le informazioni residenti su un sito web sono nostre e noi ne siamo responsabili. Questo ci da ovviamente delle responsabilità, ma ci offre anche l’opportunità di mantenere online tutto quanto produciamo in termini di contenuti digitali.

Considerando le macro-categorie di utilizzo comune, ad oggi, al di là delle piattaforme utilizzate per lo sviluppo e per la loro dimensione, i siti web si dividono essenzialmente in Blog, siti istituzionali e siti e-commerce. Vediamo insieme quando servono e cosa li differenzia.

Differenza tra sito e blog

Il Blog

Il termine Blog deriva per contrazione da weblog, un termine coniato nel 1997 per indicare quei siti in genere personali che si occupavano di “raccontare” notizie specifiche su un determinato argomento. Prima degli influencer furono i bloggers: veri artefici dell’informazione trasversale, su alcuni temi, spesso in contrasto con la comunicazione ufficiale dei “media” tradizionali.

Usare un Blog oggi invece significa avere un potente strumento di marketing che può essere utilizzato per raccontare la nostra attività, per proporre servizi o semplicemente per dare libero sfogo alla nostra creatività. È solitamente sviluppato con un cms (WordPress ad esempio) e consente, non senza un buon impegno e tempo dedicati, di personalizzare la struttura e la grafica in base alle nostra necessità.

A chi serve un Blog?

Il blog è lo strumento ideale per i liberi professionisti, giornalisti freelance, piccole attività legate al mondo della moda, della cucina, del life style. La possibilità di pubblicare articoli senza “filtri” ne fanno però uno strumento a doppio taglio dove, etica e autorevolezza sono necessarie per pubblicare contenuti interessanti.

Un esempio di blog è il nostro: provate a sbirciarlo, potreste trovare delle notizie interessanti!
Vai al nostro blog

Il sito “istituzionale”

Un sito web vero e proprio è il classico sito Corporate ovvero il luogo digitale corrispettivo dell’azienda presente (o meno) sul territorio. È lo spazio dove si raccontano i valori aziendali, le risorse e gli obiettivi strategici in modo da intercettare interesse tra possibili clienti e/o fornitori. È anche lo strumento con il quale si mantengono i rapporti con la clientela esistente fidelizzandola grazie a servizi strategici per l’azienda.

A chi serve il sito istituzionale?

Dalla micro impresa fino alla multinazionale, pur con diverse modalità, determinate da budget e risorse allocate, i siti web istituzionali hanno il grande obiettivo di alimentare, condividere e migliorare il nostro business.

Potete trovare degli esempi tra i siti istituzionali che abbiamo realizzato per i nostri clienti nel nostro portfolio dei siti realizzati.

L’e-commerce

Esiste poi una terza macro categoria: l’e-commerce. La definizione di “commercio elettronico” trova la sua applicazione naturale nella costruzione di un sito web dedicato alla vendita di prodotti o servizi. Gli e-commerce sono esplosi nel momento in cui si sono verificate tre situazioni concomitanti ovvero: la diffusione di internet nei diversi strati sociali e la sua migliorata accessibilità, l’abbassamento dei costi di logistica, e l’economicità e facilità d’uso delle piattaforme digitali utilizzate.

Un e-commerce è un negozio che ha bisogno esattamente delle stesse attenzioni del negozio “fisico”. Non pensate quindi di realizzare un negozio online e poi dimenticarvelo pensando che il sito venda “da solo”. Un e-commerce diventa un potente mezzo di vendita solo se è costantemente affiancato dall’attività logistica e di marketing necessarie al suo sviluppo.

Per chi può essere utile un e-commerce?

È utile a quelle attività, grandi e piccole che necessitano di proporre i propri beni attraverso un nuovo canale di vendita “organizzato”. Un e-commerce, a differenza degli altri sistemi di vendita online, prevede dei sistemi di gestione molto articolati che consentono di controllare ogni dettaglio del negozio virtuale.

Gli e-commerce si dividono in B2C quando la vendita è diretta al grande pubblico e B2B quando invece il sito propone servizi o prodotti destinati per lo più ad aziende.

Questi negozi online possono adattarsi bene ad ogni settore: dalla bottega di prodotti monastici, come potete vedere nel nostro progetto di e-commerce per Lo Speziale al rivenditore di ricambi di armi: realizzazione e-commerce OMPS2

Contenuti tecnici e obbligatori di un sito web

Al di là della piattaforma utilizzata e delle finalità dei contenuti pubblicati, un sito internet deve riportare comunque delle informazioni fondamentali in modo che il proprietario del sito sia identificabile ed assolva a degli obblighi di legge. Le limitazioni alla pubblicazione dei contenuti sono sostanzialmente quelli previsti dalla normativa legata al diritto d’autore.

Altra cosa invece è la normativa che regola la raccolta dei “dati personali” dove è obbligatorio fornire informazioni sul trattamento dei dati e adottare un metodo sia per ottenere il consenso degli utenti che per facilitarne la revoca.

Contestualmente esistono degli elementi obbligatori relativi alla Privacy e GDPR:

  • pagina privacy aziendale ed indicazioni dei cookies utilizzati,
  • banner dei cookies con modalità rapida di cambio consenso,
  • blocco preventivo delle tipologie di cookies che non sono state accettate dagli utenti.

In un sito web, inoltre, vanno necessariamente inseriti una serie di dati sulla prima pagina del sito, per comodità di solito si aggiungono nel footer, in questo modo saranno visibili anche su tutte le altre pagine.
Questi dati variano a seconda dell’entità giuridica del proprietario del sito.
Le Società di capitali (S.p.A./S.a.p.a./S.r.l.s.) ai sensi dell’art. 2250 del Codice Civile devono fornire obbligatoriamente i seguenti dati aziendali:

  • ragione sociale,
  • indirizzo sede legale,
  • codice fiscale e partita IVA,
  • ufficio di iscrizione del Registro delle Imprese,
  • REA,
  • capitale sociale versato,
  • eventuale stato di liquidazione,
  • eventuale stato di società con socio unico,
  • eventuale assoggettamento ad attività di direzione e di coordinamento indicando la società che esercita il controllo.

Le Società di persone (S.n.c. / S.a.s. / Ditta individuale) hanno solo l’obbligo di indicare il numero di partita IVA almeno nella homepage del proprio sito Internet; altri dati possono essere aggiunti, anche se non obbligatori, per dare maggior trasparenza, come ad esempio l’indirizzo PEC, la cui indicazione è consigliata, in quanto il principio ispiratore della materia è quello di predisporre sempre una comunicazione efficace con il consumatore (sentenza C-298/07 del 2008 Corte di Giustizia Europea).

I liberi professionisti iscritti ad un albo (es. geometri, architetti, medici) devono necessariamente rispettare le regole del loro rispettivo codice deontologico. Ogni codice può prevedere l’inserimento di diversi dati aggiuntivi, ma ne esistono alcuni che vanno necessariamente inseriti sul sito del professionista:

  • l’ordine professionale di appartenenza e il relativo numero di iscrizione;
  • il titolo professionale ed eventualmente lo Stato membro in cui è stato rilasciato.

Anche per chi vende online esistono dei dati che devono esistere sul sito internet, infatti sugli e-commerce è sicuramente necessario inserire queste informazioni:

  • Condizioni di uso e di vendita;
  • riferimento a spedizioni;
  • metodi di pagamento;
  • resi e rimborsi;
  • indicazione della risoluzione delle controversie.

Infine, per ogni azienda, associazione o professionista che abbiano usufruito di erogazioni pubbliche, devono obbligatoriamente indicare la lista delle somme ricevute complete di data, della motivazione e del soggetto erogante.

Michele Scarpellini
DIRETTORE CREATIVO

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