17 Giu 2025 European Accessibility Act: cosa cambia (davvero) per le PMI entro il 28 giugno 2025
Cosa troverai all'interno dell'articolo?
- Intro - European Accessibility Act
- L’EAA non riguarda tutti, ma riguarda più di quanto si pensi
- Cosa bisogna fare (davvero) entro giugno 2025?
- Perché intervenire ora (e non all’ultimo minuto)
- Non solo per le persone con disabilità
- Cosa stiamo facendo in Voxart
- Come capire se la tua azienda rientra tra quelle obbligate?
- Da dove cominciare: la proposta di Voxart
- Il 28 giugno 2025 si avvicina: meglio arrivare pronti
- Contattaci!
Negli ultimi mesi si è tornati a parlare con insistenza dell'European Accessibility Act (EAA), la normativa europea che entrerà ufficialmente in vigore il 28 giugno 2025. Ne abbiamo già parlato a inizio gennaio in questo articolo introduttivo, ma oggi è necessario andare oltre e rispondere a una domanda concreta: cosa devono fare le imprese coinvolte?
Molte PMI, soprattutto quelle non prettamente digitali, sottovalutano l’impatto della norma, oppure ricevono email “allarmistiche” prive di un reale supporto operativo. In questo articolo proviamo a fare chiarezza, entrando nel dettaglio dei soggetti coinvolti, degli adempimenti richiesti e delle opportunità concrete che l’EAA porta con sé.
L’EAA non riguarda tutti, ma riguarda più di quanto si pensi
La normativa nasce per garantire che le persone con disabilità possano accedere senza barriere ai principali servizi digitali, e impone standard minimi di accessibilità tecnica per le interfacce digitali pubbliche e private.
Ma a chi si applica esattamente?
Il Decreto Legislativo 82/2022, che ha recepito l’EAA in Italia, stabilisce che l’obbligo vale per tutte le aziende con più di 10 dipendenti o fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro, a patto che offrano determinati servizi digitali rivolti al pubblico.
I settori coinvolti includono:
- Servizi di comunicazione elettronica
(telefonia, VoIP, email, live chat, sistemi di ticketing online) - Piattaforme audiovisive
(streaming, TV on demand, podcast, archivi multimediali) - Servizi di trasporto passeggeri
(prenotazioni online, gestione biglietti, informazioni su orari e ritardi) - Servizi bancari per consumatori
(home banking, app finanziarie, portafogli digitali) - Commercio elettronico (e-commerce)
(vetrine online, carrelli, checkout, pagamenti elettronici – sia B2C che B2B) - E-book e software per la loro lettura
- Siti web e app che abilitano o supportano i servizi sopra elencati
In altre parole: se il tuo sito o la tua app digitale facilita una qualsiasi di queste attività, probabilmente sei coinvolto, anche se non vendi direttamente online.
Cosa bisogna fare (davvero) entro giugno 2025?
L’EAA non richiede solo “buone intenzioni” ma azioni concrete. Entro la data indicata, le aziende coinvolte dovranno essere in grado di dimostrare:
- di aver effettuato un audit di accessibilità sul proprio sito o piattaforma digitale;
- di aver implementato o avviato modifiche conformi alle linee guida tecniche WCAG 2.1 livello AA (quelle del W3C);
- di dichiarare pubblicamente il proprio stato di conformità, indicando eventuali miglioramenti in corso d’opera.
Nota importante: la normativa, ad oggi, non impone che il sito sia conforme al 100%, ma richiede che l’azienda dichiari ciò che è stato già fatto, e ciò che è in programma di fare. La trasparenza è parte della conformità.

Perché intervenire ora (e non all’ultimo minuto)
L’adeguamento all’EAA non è un semplice aggiornamento tecnico. È un processo che coinvolge più ambiti: UX design, sviluppo frontend, copywriting, accessibilità semantica e formazione del personale.
Procrastinare potrebbe comportare:
- rischi normativi (sanzioni e obblighi a sorpresa);
- perdita di competitività (i tuoi concorrenti potrebbero risultare più accessibili e quindi più scelti);
- costi maggiori in caso di adeguamento urgente.
Al contrario, partire per tempo permette di:
- pianificare in modo sostenibile l’intervento;
- sfruttare i fondi o incentivi eventualmente disponibili;
- migliorare la reputazione digitale e la customer experience.
Accessibilità digitale: non solo per le persone con disabilità
Spesso si pensa che l’accessibilità sia “una cosa da screen reader”. In realtà, intervenire in questa direzione significa rendere il sito più navigabile e fruibile da tutti, anche da:
- utenti anziani,
- persone con dislessia o ipovisione,
- utenti con dispositivi datati o connessioni lente,
- utenti che navigano in mobilità o in condizioni ambientali sfavorevoli.
In altre parole: un sito accessibile è un sito migliore per chiunque.
Cosa stiamo facendo in Voxart
In Voxart non ci siamo limitati ad attendere. Dal 2022, anno in cui il governo italiano ha recepito la direttiva europea, tutti i nuovi siti realizzati dall’agenzia sono stati progettati con criteri di accessibilità compatibili con le indicazioni tecniche disponibili al momento della loro pubblicazione.
Oggi, grazie all’evoluzione delle linee guida, stiamo lavorando a un piano di adeguamento che coinvolga anche i siti già attivi, per:
- aggiornare progressivamente codice, contenuti e design;
- assicurare una piena conformità alle WCAG 2.1;
- dichiarare il grado di accessibilità raggiunto e in corso di sviluppo;
- supportare i nostri clienti nelle comunicazioni ufficiali richieste dalla normativa.
Come capire se la tua azienda rientra tra quelle obbligate?
Per aiutarti a fare chiarezza, ti proponiamo un semplice esercizio. Prova a rispondere alle seguenti domande:
- Hai più di 10 dipendenti o un fatturato superiore a 2 milioni di euro?
- Offri uno dei servizi digitali elencati sopra (es. e-commerce, servizi bancari, piattaforme streaming, prenotazioni online)?
- Anche se sei una microimpresa (meno di 10 dipendenti), supporti uno di questi servizi tramite sito o app?
Se hai risposto "sì" a una o più domande, è molto probabile che l’EAA ti riguardi direttamente, e che sia necessario attivare quanto prima un processo di verifica e adeguamento.
Da dove cominciare: la proposta di Voxart
Siamo pronti ad accompagnarti passo dopo passo.
Il nostro servizio prevede:
- Analisi tecnica del sito web e delle interfacce digitali;
- Report dettagliato delle criticità e stato di conformità;
- Piano operativo modulare, per intervenire in base alle priorità;
- Supporto comunicativo e consulenziale nella redazione delle dichiarazioni di accessibilità.
Ogni azienda è diversa, e la nostra esperienza ci ha insegnato che non esistono soluzioni “standard”: esistono percorsi su misura.
Il 28 giugno 2025 si avvicina: meglio arrivare pronti
L’accessibilità non è solo un obbligo: è un’opportunità di crescita. Aderire agli standard dell’EAA significa aprirsi a un pubblico più vasto, migliorare l’usabilità dei propri strumenti digitali e rafforzare l’identità del proprio brand.
Se vuoi sapere da dove iniziare. Insieme valuteremo se sei tra i soggetti obbligati, lo stato attuale del tuo sito e le azioni da pianificare.
Il momento per agire è ora.
Hai dei dubbi su come affrontare l'adeguamento?
Parliamone insieme.
Voxart Team