Verybello.it: un tranquillo weekend di paura

Durante questo weekend è stato lanciato il sito che secondo le indicazioni del Ministero dei Beni Culturali dovrebbe occuparsi della promozione degli eventi collaterali all’Expo. Un’iniziativa encomiabile dato che, in effetti, tralasciando le vicende delle note infiltrazioni mafiose nei cantieri, la vicenda Expo non sembra ad ora aver interessato più di tanto l’italico popolo.

Né tanto meno gli stranieri per i quali giustamente è stato pensato questo sito con l’obiettivo di presentare le diverse attività divise per categoria: mostre, concerti, teatro, libri etc.
Iniziativa doverosa quindi, ma peccato che il sito, rivolto agli stranieri e presentato con tanto di conferenza stampa e intervista al Ministro Franceschini, sia solo in italiano (a ben vedere, questa, non è nemmeno la pecca maggiore).

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Forse al Ministero hanno pensato che una full immersion in un sito sviluppato nella lingua di Dante e del Boccaccio avrebbe costretto gli stranieri ad imparare la nostra lingua in vista dell’Expo. Una sorta di metodo stanislavskij istituzionale.

Evidentemente, non posso nemmeno pensare che non sia stata prevista la versione del sito in almeno altre sette o otto lingue fondamentali per la divulgazione delle iniziative.
Ma allora quello che mi chiedo è: “Perché lanciare un sito così determinante per l’immagine dell’Italia non finito e palesemente in beta test?”. C’era così fretta da non riuscire a costituire una redazione multilingua che traducesse gli eventi quantomeno in inglese?

La risposta, come spesso accade, è al solito nella forma e non nella sostanza delle cose. Senza giri di parole, il nome del sito è Verybello.it. Quando l’ho letto ho pensato fosse uno scherzo. Un “Molto pittoresco” di montesana memoria. Ed invece no; era tutto vero. Nomina sunt homina. Quindi, genialità dietrologica o epic fail come molti hanno gridato durante questo lungo weekend di paura?

“Verybello” non è un nome, è una bestemmia grammaticale che lascia senza fiato. E’ brutto e senza senso come quella mascotte di Italia 90, quel “Ciao” deprimente omino di barrette tricolori.

Quello che sappiamo fare meglio, quando si tratta dell’immagine del nostro Paese, lo facciamo peggio. Ma quale Italian Style? Siamo la generazione delle occasioni perdute: stiamo buttando alle ortiche decenni di supremazia nelle arti improvvisando quanto invece andrebbe studiato per tempo.

Abbruttiti da trasmissioni spazzatura che stanno cancellando il nostro senso critico non siamo nemmeno in grado di vedere che ormai contiamo poco o nulla proprio in quei settori dove ci eleviamo a cultori della materia.

Quando l’Italia viene chiamata in causa, al livello istituzionale ogni occasione è buona per preparare la solita ricetta di arte-design-cibo-moda, gettando il tutto nel frullatore con un po’ di Fellini (ah la “Dolce vita” ohh “molto italiano..”), un tot di macchine sportive rosse, un assaggio di vino, pizza, mozzarella e mandolini quanto basta.

Siamo vittime di noi stessi. Noi, non siamo stereotipi per gli stranieri: noi siamo, o peggio, preferiamo dipingerci con stereotipi.

Ovviamente sulla vicenda ci hanno già sghignazzato a centinaia, ci sono state le solite boutade, i meme, i fotomontaggi e le migliaia di battute sui social. Si è svolta una “battaglia” interna ai social dove i critici sono stati tacciati di essere intellettuali e quindi estranei ad un fenomeno “pop” come l’Expo.
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Tant’è che il ministro Franceschini, mangiata la foglia, ha twittato affermando che si stava tutto svolgendo secondo i piani (“Non importa che se ne parli bene o male l’importante è che se ne parli” o “La volpe e l’uva” ma fa lo stesso)

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Il sito in verità è anche piuttosto pulito e “funzionale”, un pochetto anonimo se vogliamo, ma comunque sembra offrire quello che promette. Non voglio però entrare in questioni tecniche che al momento preferisco tralasciare perché sicuro che verranno risolte quanto prima, per evidenziare invece le reazioni del “popolo della rete”. Insomma è stato un week-end molto lungo per l’argomento e le reazioni sono state fenomenali. Vediamo solo un assaggio di come i più hanno reagito:

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Non credo ci sia nulla da aggiungere. Ecco, se potessi rivolgermi al Ministro Franceschini, gli direi che queste “energie” andrebbero sfruttate prima di fare le cose di fretta e a metà.

Dopotutto, gli italiani sono ancora personcine creative.

ps:

Al momento della pubblicazione di questo articolo sul sito hanno aggiunto la bandierina inglese con la dicitura “coming soon”. Un passo avanti.

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